6. REBIRTHING PER ANSIA E PANICO
REBIRTHING PER ANSIA E PANICO
Al giorno d’oggi ansia e attacchi di panico colpiscono un’ampia fascia della popolazione e la scienza ufficiale generalmente affronta il problema con psicofarmaci ottenendo incerti risultati.
L’esame di tutti i casi incontrati, dimostra che la sintomatologia che innesca il panico ha moltissimi punti in comune con le sensazioni indotte dall’iperventilazione.
E’ sufficiente infatti un breve periodo di tensione psicologica per indurre soggetti sensibili ad una respirazione incompleta, a cui seguirà poi una grande predisposizione a fenomeni di iperventilazione spontanea, causati dai tentativi dell’organismo di ristabilire una respirazione libera.
Quando fenomeni catartici prendono il controllo della coscienza la stragrande maggioranza degli individui, inconsapevole dell’alterazione del respiro che ha innescato il meccanismo, si irrigidisce con reazioni difensive che aumentano la tensione e generalmente portano a stati ipocondriaci.
Il soggetto ha inconsciamente paura di respirare liberamente, teme che lasciandosi andare potrebbe perdere il controllo.
A volte è sufficiente un solo episodio di panico perché si inneschi la paura che il sintomo si manifesti di nuovo e questo paralizza le attività con immaginabile sofferenza psicologica.
Generalmente nei ricoveri di “Pronto Soccorso” l’intervento è limitato all’uso di ansiolitici e la terapia più comune è la somministrazione di antidepressivi.
Quanto accade in queste situazioni, avrebbe invece rapida soluzione se l’attenzione fosse volta alla radice del problema, ossia lavorando sulla respirazione stessa.
Invece di ridurre la respirazione con dei farmaci, si dovrebbe riconoscere che essa stessa é il sistema di cura naturale attuato dall’organismo e che la guarigione viene dal favorire questo fenomeno, senza temerne le momentanee manifestazioni fisiche ed emotive, che sono parte integrante del processo di liberazione.
Respirare profondamente seguiti da una guida esperta, permette di superare rapidamente il momento d’ansia.
Il soggetto riconosce che il respiro non può essere dannoso e comprende che le sensazioni di formicolio e parestesia che accompagnano l’esperienza sono naturali risposte dell’organismo precedentemente mantenuto in stato di sub-ventilazione.
Un ciclo respiratorio completo termina con piacevolissime sensazioni di rilassamento e pace e si può constatare che i sintomi momentaneamente riemersi durante la seduta, non si manifesteranno più nelle sessioni successive.
I medici spesso hanno poca dimestichezza con i fenomeni psichici associati alla respirazione: quando prendono in considerazione il respiro ne guardano più gli aspetti patologici che le proprietà terapeutiche.
Si constata spesso in alcuni di loro idee imprecise e preconcette per quanto concerne i fenomeni associati all’iperventilazione.
Si crede comunemente che respirando “troppo” si induca una serie di sintomi legati ad alcalosi e tetania e che queste sensazioni inducano ansia e panico.
E’ di estrema importanza veder chiaro in questo campo, se si vogliono risolvere i problemi di tanti individui che soffrono di tali disturbi, mitigati solo temporaneamente dagli psicofarmaci.
Chi sperimenta questa tecnica, dopo poche sessioni, non soffre più di alcun sintomo di iperventilazione anche respirando profondamente e a lungo, al contrario prova sensazioni di lucidità e benessere alle quali segue la totale scomparsa dell’ansia.
Il rapporto tra respirazione ed emozioni represse, appare chiarissimo quando vediamo una persona che tesa e contratta durante la prima fase di una seduta, si libera istantaneamente da ogni rigidità appena entra in contatto cosciente con le proprie emozioni represse.
Purtroppo la medicina tradizionale non conosce ancora pienamente le potenzialità terapeutiche del Respiro Circolare (Rebirthing) mentre sarebbe di grande beneficio collettivo l’introduzione di questa tecnica, come il più comune degli interventi.
Tratto da un articolo del dott. Falzoni Gallerani